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Roberta Valducci, in Arte Azzurra La Naif, nasce a Ferrara il 4 settembre del 1967.
Si diploma all'Istituto Magistrale di Sacile (PN) nel 1986.Fin dalla giovinezza manifesta una forte passione per il disegno e poi,in seguito, per la pittura. Negli anni novanta intraprende un percorso di studi artistici da autodidatta. Con la creazione dei primi quadri nasce la passione per il Colore . Nel corso degli anni continua a dipingere, pur intraprendendo altre strade lavorative. Frequenta molti ambienti artistico culturali ed ha cosi' la possibilita' di confrontarsi con diverse realta' pittoriche. Ha esposto le sue opere ,con successo, in molte regioni della nostra penisola.“Nei miei quadri metto un grande Amore e Rispetto ”, dice Azzurra, “Perchè la Vita è qui, dove batte il Cuore.” Oggi, Roberta, alias Azzurra la Naif, vive e lavora a San Quirino, in provincia di Pordenone (Friuli).

"Roberta Valducci vive e lavora a Pordenone.
Autodidatta, questa Artista da qualche anno ha deciso di affacciarsi sulla scena pittorica con una serie di opere che, già da un primo impatto visivo, come per incanto, ti prendono per mano e ti portano via verso un mondo fantastico a respirare aria di fiaba.
Ci si ritrova subito proiettati su un piano immaginario ad ascoltare un racconto che pian piano si snoda attraverso immagini magiche ed incantate, piene di colori e fascino, di una toccante ingenuità.
Si coglie bene il tentativo, ben riuscito, dell’artista di sradicarci dal vivere quotidiano e di proiettarci in una dimensione surreale, popolato da animali al cui richiamo l’artista affida i suoi sentimenti più reconditi, ed il compito – come in un viaggio catartico – di restituirci quella ancestrale innocenza oramai perduta.
Si rimane incantati ed ammaliati dai colori, dagli sguardi e dalle movenze di questi animali e con cui la Valducci ci partecipa il suo stupore e la sua fascinazione provata nel rielaborali e che ci rimandano alla tradizione dei pittori di animali di ogni epoca, da Durer a Ligabue, da Franz Marc a Chagall, pure questi vittime del richiamo di questo mondo, del suo incantesimo, fermamente convinti del suo legame profondo ed indissolubile con il mondo umano e con la sua sorte.
Come nella tradizione dei bestiari medievali, in cui gli artisti riproducevano descrizioni ed immagini di diversi animali, sia reali che immaginari, cui venivano attribuiti poteri magici, ad altri particolari virtù morali, la Valducci sembra affidare a questi, ed in particolare, alla civetta, molto ricorrente nelle sue opere, il compito di richiamarci e di aiutarci a vedere le cose in maniera diversa dal consueto, a guardarle con uno spirito nuovo ed a coglierne i significati, perduti nel caos e nella fretta di una società incapace di fermarsi a riflettere su se stessa.
A ben vedere la civetta altro non è che l’animale con cui l’artista ama rappresentarsi, proiettata su cieli azzurri, appena illuminata da lune pallide, adagiata su sfondi spesso puntiformi (che rimandano con la memoria ad alcuni tratti di un giovane Alfred Sisley): è la pittrice Valducci che ama rappresentarsi così, anche lei partecipe, a suo modo, della creazione.
Il suo universo è questo, e qui, nella poesia e nel marcato infantilismo della sua pittura, sta tutto il fascino dei suoi dipinti, della sua personalità; qui troviamo il suo pensare, ottimista malgrado tutto e tutti".

Vincenzo Di Tanto.

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